Il Rapporto Rifiuti Speciali – Edizione 2023 fornisce i dati relativi all’anno 2021, sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale e regionale, e sull’import/export.
Per la sola gestione fornisce i dati relativi all’anno 2021, anche a livello provinciale.
Introduzione
Dopo il fermo delle attività dovuto alla pandemia da COVID-19, il dato della produzione dei rifiuti speciali è tornato a crescere significativamente: 165 milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti nell’anno 2021.
La ripresa nei settori
- industriale,
- artigianale,
- dei servizi,
segna un aumento dei rifiuti generati dalle attività produttive.
Un aumento del 12,2% corrisponde a circa 18 milioni di tonnellate.
Cos’è il Rapporto Rifiuti Speciali?
Quello sopra indicato è il dato che si può ritrovare nel Rapporto ISPRA rifiuti speciali del 18.07.2023.
Il rapporto è giunto alla sua ventiduesima edizione ed è frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’ISPRA, con il contributo delle Agenzie regionali e provinciali per la Protezione dell’Ambiente, in attuazione dell’art. 189 del D.Lgs 152/06 e s.m.i.
Il rapporto del 2023 indica, per l’anno 2021, i dati inerenti alla produzione e gestione dei rifiuti speciali sia non pericolosi che pericolosi, a livello nazionale e regionale.
Non solo produzione ma anche Recupero
A fronte di un dato di aumento della produzione dei rifiuti speciali, il rapporto indica una efficiente attività di recupero degli stessi.
Si recupera materia dal 72,1% degli speciali e solo il 5,7% del totale gestito prevede lo smaltimento in discarica (10,2 milioni di tonnellate).
In generale la gestione dei rifiuti speciali è attuata da oltre 10 mila impianti presenti in Italia (5.928 sono situati al Nord, 1.899 al Centro e 2.936 al Sud).
In diminuzione anche i rifiuti sottoposti a incenerimento con una percentuale negativa del – 16,2% (- 213 mila tonnellate di rifiuti).
Attività e settori
I rifiuti speciali non pericolosi maggiormente inviati a smaltimento sono quelli prodotti dal trattamento dei rifiuti e delle acque reflue, mentre per i rifiuti pericolosi si identificano quelli di origine sanitaria.
L’attività, o meglio il settore, che produce la maggior parte dei rifiuti speciali è quella derivante dalle costruzioni e demolizioni (78,7 milioni di tonnellate pari al 47,7% dei rifiuti speciali).
Di questi ne vengono recuperati per la produzione di rilevati e sottofondi stradali l’80,1%. Dato che supera ampiamente l’obbiettivo di recupero del 70% fissato dalla normativa 2020.
Dati Regionali
Rispetto ai dati del 2020 troviamo che in Lombardia sono stati prodotti 5,5 milioni di tonnellate in più di rifiuti speciali.
Nel Veneto si registra un +2,4 milioni di tonnellate, mentre in Piemonte un + 2,1 milioni di tonnellate.
L’amianto, rifiuto speciale pericoloso, è stato maggiormente prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia.
Al Centro la maggiore produzione è nel Lazio (10,2 milioni di tonnellate) e al Sud in Puglia (11,4 milioni di tonnellate).
Import / Export
L’Italia è un importatore netto di rifiuti, infatti, vengono importate circa 7,4 milioni di tonnellate a fronte di un’esportazione di poco superiore a 3,9 milioni di tonnellate.
Rifiuti importati:
- il 98,7% (circa 7,3 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti non pericolosi
- il restante 1,3% (98 mila tonnellate) da rifiuti pericolosi.
In particolare importiamo rottami metallici provenienti dalla Germania (1,9 milioni di tonnellate) e dalla Francia (399 mila tonnellate di rifiuti), recuperati dalle industrie metallurgiche localizzate in Lombardia e in Friuli Venezia Giulia.
Dalla Svizzera provengono 432 mila tonnellate di terre e rocce, destinate per la quasi totalità in Lombardia in attività di recupero ambientale.
Rifiuti esportati:
- il 67% (2,6 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti non pericolosi,
- il restante 33% (circa 1,3 milioni di tonnellate) da rifiuti pericolosi.
Esportiamo prevalentemente in Germania (831 mila tonnellate, di cui 582 mila tonnellate pericolosi), rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti (270 mila tonnellate) e dalle attività di costruzione e demolizione (266 mila tonnellate).
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