Infortuni sul lavoro: solo notizie da prima pagina?

Infortuni sul lavoro: solo notizie da prima pagina?

Quanti infortuni nell’ultimo periodo….

“Dal 1° gennaio al 31 marzo 2021 in Italia sono morti sul lavoro due persone al giorno” …

“Oggi altri due morti sul lavoro in Lombardia” …

“Morti sul lavoro: continuano ad aumentare le morti bianche” …

Queste sono le frasi che abbiamo letto più volte nell’ultimo periodo, frasi che riempiono le cronache dei giornali e delle televisioni.

Ma sono veramente news?

In tutto il 2020 ci sono stati 1.270 casi di infortunio con esito mortale (quasi 3,5 persone al giorno), 1.089 casi nel 2019 (quasi 3 al giorno).

Altri dati degli ultimi anni:

  • 554.000 infortuni nel 2020 (1.500 infortuni al giorno),
  • 641.638 infortuni nel 2019 (1.750 infortuni al giorno).

“sì ma…. i dati sono influenzati dalla Pandemia…..”

Vero! Ma poco cambia nel 2018 e nel 2017, quando la Pandemia non c’era.

L’analisi degli infortuni

Per tutti gli operatori della prevenzione degli infortuni sul lavoro (ma non solo), l’esigenza di analizzare statisticamente gli infortuni sul lavoro nasce dalla necessità di individuare le circostanze che determinano gravi incidenti sul lavoro.

Per poter stabilire, di conseguenza, quali misure di sicurezza attuare per evitare tali eventi.

Ma nel mio piccolo come posso fare?

Partiamo dagli strumenti più semplici, dalle risorse che già abbiamo a disposizione.

  • Verifichiamo che tutti i lavoratori indossino correttamente i DPI.
  • Formiamo costantemente i lavoratori, sviluppando una “cultura della sicurezza” che porti all’obiettivo ZERO INFORTUNI.
  • Rivalutiamo l’importanza della Riunione periodica per la sicurezza art. 35 del D.Lgs. 81/08, con la presenza del R.S.P.P., del R.L.S., del Medico competente e di eventuali consulenti per la sicurezza.
  • Sfruttiamo gli strumenti messi a disposizione dall’INAIL che ogni anno elabora e aggiorna tutti i dati e le statistiche degli infortuni, e le organizza secondo diverse banche dati riprese dalle unità operative territoriali.
  • Analizziamo gli “Open data” fonte INAIL: “Nell’ambito del processo di valorizzazione del proprio patrimonio informativo, l’Inail mette a disposizione dei cittadini un set di dati pubblici, in formato aperto e senza restrizioni per il riutilizzo: un patrimonio che può rappresentare un’interessante opportunità per la sua valenza storico-statistica, ma soprattutto sociale e scientifica”.

Questi dati ci possono essere d’aiuto ai fini della valutazione dei rischi e per rilevare eventuali criticità specifiche della nostra attività lavorativa.

  • Possiamo infine fare un’ulteriore analisi interna alla nostra azienda: allarghiamo la raccolta dati con i near-miss, i mancati infortuni. Analizzarli al pari degli eventi che portano a infortunio è molto utile ai fini della prevenzione.

 Questi strumenti possono rappresentare un modo semplice verso una maggiore sicurezza sul lavoro.

Prevenzione: non aspettiamo inoperosi!

Luca Colombo

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