Il rischio legionella: cos’è, come si sviluppa, come si combatte, quali sono gli obblighi del datore di lavoro.
Introduzione: cos’è la Legionella
La legionella (Legionella pneumophila), secondo il decreto 81/08 – Allegato XLVI, è un agente biologico appartenente al gruppo 2, cioè capace di causare malattie in soggetti umani.
Definizione Agenti Biologici di Gruppo 2: “tra quelli che possono comportare un rischio per i lavoratori, ma che hanno poche probabilità di propagarsi nella comunità e per i quali sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche.”
La Legionella pneumophila causa polmoniti con esito fatale in pazienti a rischio quali anziani, bambini, immunocompromessi.
La legionellosi (infezione delle vie respiratorie causata dalla Legionella pneumophila) ha un tasso di letalità di circa il 10%.
L’infezione avviene attraverso l’inalazione di aerosol contaminato, e non è stata dimostrata la trasmissione interumana.
Luoghi di Contaminazione
Tutti i luoghi che implicano un’esposizione ad acqua nebulizzata sono da considerare a rischio: le riserve ideali per la Legionella sono i sistemi di condizionamento e le condutture dell’acqua.
I contesti lavorativi più a rischio di contaminazione sono:
- ospedali/cliniche,
- case di cura,
- alberghi,
- campeggi,
- centri sportivi,
- attività termali,
- case private,
- torri di raffreddamento degli impianti di condizionamento di grandi edifici,
- ogni situazione in cui l’acqua ristagna a temperatura di almeno 25 °C,
- in generale tutti i contesti in cui vi è una cattiva progettazione/manutenzione degli impianti di distribuzione dell’acqua.
Infezione e prevenzione
Abbiamo detto che l’infezione avviene attraverso l’inalazione di aerosol contaminato.
Vi è in questi anni un andamento epidemiologico crescente di questa patologia: tali infezioni rappresentano infatti una delle nuove emergenze nel campo delle malattie infettive, in particolare, la polmonite (malattia dei Legionari) è in costante aumento, sia in Italia che in Europa.
Questo incremento è legato da un lato alle sempre più frequenti occasioni di contatto con il microrganismo, e dall’altro ad una maggiore attenzione da parte dei medici alla malattia: la diagnosi è resa più facile dall’introduzione di test rapidi (antigene specifico nelle urine).
Il controllo della contaminazione ambientale da Legionella e la prevenzione della Malattia dei Legionari non sono facili, in quanto non esistono al momento soluzioni definitive e standardizzate per prevenire la contaminazione ambientale di Legionella.
È richiesto un lavoro costante di prevenzione, con il coinvolgimento di molte professionalità:
- una corretta manutenzione,
- controlli periodici degli impianti idrici,
- un monitoraggio della presenza di legionelle negli impianti di climatizzazione e nei sistemi di distribuzione dell’acqua, in particolare per quanto riguarda l’acqua calda.
Sintomatologia
- La febbre di Pontiac: il nome riconduce ad un’epidemia acuta febbrile verificatasi nel 1968 nell’omonima località del Michigan (USA). La prima epidemia di febbre di Pontiac è stata causata da L. pneumophila di sierogruppo 1. La malattia si manifesta dopo un periodo di incubazione di 1-2 giorni, in forma acuta senza interessamento polmonare, caratterizzata da una sintomatologia simile influenzale che si risolve spontaneamente in 2-5 giorni. I prodromi sono: malessere generale, mialgia e cefalea, seguiti da febbre. Possono essere presenti: diarrea, nausea e lievi sintomi neurologici quali vertigini o fotofobia.
- La polmonite da Legionella o “Malattia del Legionario” (definita Legionellosi): dopo un periodo di incubazione variabile da 2 a 10 giorni, si manifesta con interessamento polmonare a carattere lombare, clinicamente di discreta o notevole gravità, con o senza manifestazioni extra-polmonari. Il quadro polmonare ha esordio brusco ed è caratterizzato da malessere, cefalea, febbre elevata, tosse non produttiva, dolori toracici e addominali, difficoltà respiratorie e possibile interessamento di altri organi e apparati. La “Malattia del Legionario” è la forma più severa dell’infezione con una letalità media del 10% che può arrivare fino al 30-50% nei casi nosocomiali. La malattia è più frequente nel sesso maschile, nei soggetti con età superiore ai 40 anni, con abitudine al fumo, con patologie croniche delle vie respiratorie e con condizioni di immunodepressione.
Il batterio della Legionella
La legionella è un batterio gram-negativo aerobio, non alcool-acido resistente, di forma cocco bacillare (“bastoncellare”) con dimensioni variabile da 0.3 a 0.9 μm di larghezza, e da 2 a 20 μm di lunghezza, con uno o più flagelli che ne permettono lo spostamento.
Questi batteri sono capaci di moltiplicarsi all’interno delle cellule, in particolare nelle amebe libere e nei macrofagi umani.
Attualmente le specie conosciute sono più di 50, e i sierogruppi sono più di 70.
La specie che suscita maggiore attenzione clinica è senza dubbio la Legionella pneumophila, responsabile della maggior parte delle malattie umane (circa il 90%).
Habitat, caratteristiche di vita e di diffusione
I batteri del genere Legionella trovano larghissima diffusione nei bacini idrici naturali ed artificiali (l’acqua è il serbatoio principale).
In natura troviamo presenza in laghi, fiumi, falde acquifere, pozzi profondi e sorgenti termali, superfici lacustri e umide in genere.
Negli ambienti artificiali in reti di acquedotto pubblico, impianti idrici dei singoli edifici, piscine, ecc.
Dagli ambienti naturali, la Legionella è in grado di risalire lungo le reti cittadine di distribuzione dell’acqua potabile, insediarsi nelle strutture artificiali, e colonizzare gli impianti idrici dei singoli edifici, gli impianti di umidificazione, le piscine e le fontane decorative.
In termini pratici, gli edifici suscettibili da colonizzazione di Legionella possono essere tutti!! Campeggi, alberghi, strutture sportive, ospedali, case di cura, case di riposo, asili e scuole, stabilimenti termali, impianti di autolavaggio, ecc.
Tra i fattori di rischio ambientali sono di particolare rilevanza la modalità, il grado di intensità dell’esposizione rappresentano dalla quantità di legionelle presenti, ed il tempo di esposizione.
Giocano altresì un ruolo importante:
Alcune caratteristiche dell’acqua:
- Temperature compresa tra 25 ° e 45 °C
- La presenza di alghe ed amebe che forniscono nutrimento e protezione, anche in condizioni di temperatura elevata ed in presenza di biocidi
- Presenza di sostanze biodegradabili che favoriscono la formazione del biofilm
- Concentrazione di alcuni elementi in tracci (ferro, rame, zinco)
Alcune caratteristiche dell’impianto idrico:
- Fenomeni di ristagno/ostruzione che favoriscono la formazione del biofilm;
- Formazione di incrostazione e depositi calcarei che offrono riparo dai disinfettanti
- Impianto di riscaldamento di tipo centralizzato dotato di estese reti di conduttore, presenze di serbatoi di accumulo dell’acqua e di un sistema di ricircolo
- Fenomeno di usura e corrosione
I batteri del genere Legionella non si trovano singolarmente nelle acque. In presenza di alghe verdi, di biofilm batterici, o di protozoi (amebe e ciliati), la Legionella mostra capacità di parassitismo: utilizza gli ospiti come mezzo di diffusione e protezione da agenti esterni.
Tali batteri si moltiplicano all’interno di protozoi che gli forniscono nutrimento e protezione dalle condizioni ambientali sfavorevoli, quali la temperatura elevata e la presenza di disinfettanti.
La Legionella può vivere in associazione con 14 specie di amebe e 2 specie di protozoi. Inoltre, recenti studi hanno dimostrato che i batteri Legionella della specie pneumophila, all’interno di cisti di amebe, possono resistere a trattamenti con cloro (50 ppm) per tutta la notte.
È quindi evidente come la Legionella, all’interno dei biofilm ed in associazione con altri microrganismi, ottiene nutrimento, protezione e capacità di spostamento notevolmente superiori rispetto al normale; risultando estremamente difficile da trattare e debellare.
Pertanto, un corretto piano di bonifica degli impianti, deve sempre tenere in considerazione l’individuazione ed eliminazione di tali reti trofiche e biofilm.
Valutazione del rischio
Il Datore di Lavoro deve valutare il rischio di esposizione a Legionella dei propri lavoratori, ed elaborare il Documento di Valutazione del Rischio di contagio da Legionella.
Il DVR Legionella è un documento integrativo al DVR aziendale, nel quale si determinano tutte le variabili che concorrono ad aumentare/ridurre il rischio di contagio da Legionella in una determinata struttura o azienda:
- Rete idrica presente (planimetria),
- Punti a rischio (es. tubazioni con tratti terminali ciechi),
- Punti di contatto con gli utilizzatori (evitare ristagni d’acqua),
- Stato della struttura (pulizia e manutenzione),
- Controlli analitici svolti
- Prescrizioni da adottare al fine di ridurre il rischio
Questi parametri vengono utilizzati per elaborare un giudizio sul grado di rischio di contagio da Legionella al quale è esposto l’avventore della struttura valutata.
Conseguentemente, il DVR conterrà le evidenze scientifiche più aggiornate mirate alla soluzione del problema, e l’indicazione delle prescrizioni volte al miglioramento della situazione in essere.
In abbinamento al DVR Legionella si elabora un Registro per la Documentazione degli Interventi sull’impianto idraulico e aeraulico: uno strumento pratico nelle varie fasi di controllo del rischio, dove si elencano tutte le operazioni da porre in atto per la riduzione del rischio, la figura responsabile dell’esecuzione del lavoro, firma dell’esecutore e del controllore (questa doppia firma garantisce un maggiore controllo sull’operazione).
Sempre sul Registro sono inoltre inserite:
- una sezione dedicata alla registrazione degli interventi di manutenzione straordinaria, cioè quelli non riportati nella sezione precedente;
- una sezione per la registrazione delle analisi di laboratorio.
Il DVR Legionella deve essere revisionato ogni due anni per le strutture ricettive e ogni anno per le strutture sanitarie e gli stabilimenti termali.
L’eliminazione della Legionella non è possibile: l’unica soluzione è quella di adottare misure preventive, per il controllo del rischio nel lungo periodo.
Misure di prevenzione e controllo
La prevenzione delle infezioni da Legionella si basa fondamentalmente su:
- corretta progettazione e realizzazione degli impianti tecnologici che comportano un riscaldamento dell’acqua e/o la sua nebulizzazione. (impianti idro-sanitari, impianti di condizionamento con umidificazione, torri di raffreddamento / condensatori evaporativi, impianti che distribuiscono ed erogano acque termali, piscine, piscine idromassaggio).
- adozione di misure preventive di manutenzione e disinfezione periodiche, atte a contrastare la moltiplicazione e la diffusione di legionella negli impianti a rischio.
Strategie per prevenire la colonizzazione dell’impianto:
- Provvedere ad effettuare la pulizia periodica degli impianti;
- Evitare di installare tubazioni con tratti terminali ciechi e senza circolazione dell’acqua;
- Evitare la formazione di ristagni d’acqua;
- Limitare la possibilità di nicchie biologiche per i microrganismi attraverso la pulizia degli impianti, la prevenzione e la rimozione dei sedimenti dai serbatoi d’acqua calda, bacini di raffreddamento e altre misure igieniche;
- Mantenere efficienti i separatori di gocce montati a valle delle sezioni di umidificazione;
- Controllare lo stato di efficienza dei filtri ed eliminare l’eventuale presenza di gocce d’acqua sulle loro superfici.
Strategie per prevenire la moltiplicazione batterica:
- Controllare, ove possibile, la temperatura dell’acqua in modo da evitare l’intervallo critico per la proliferazione dei batteri (25-55°C);
- Utilizzare trattamenti biocidi al fine di ostacolare la crescita di alghe, protozoi e altri batteri che possono costituire nutrimento per la legionella;
- Provvedere ad un efficace programma di trattamento dell’acqua, capace di prevenire la corrosione e la formazione di film biologico, che potrebbe contenere anche legionelle.
Misure di prevenzione a lungo termine
- Progettare l’impianto in modo da avere ben separate le tubature dell’acqua calda da quelle dell’acqua fredda.
- Raccogliere le informazioni preliminari circa il progetto, il funzionamento e la manutenzione dell’impianto idrico.
- Programmare periodicamente visite ispettive sull’impianto idrico al fine di verificare possibili stagnazioni d’acqua, intersezioni tra sistemi di acqua potabile e industriale, effettuare misurazioni delle temperature di accumulo e di mandata dell’acqua calda ad uso sanitario.
- Programmare periodicamente visite ispettive sull’ impianto di climatizzazione al fine di esaminare lo stato degli umidificatori, delle torri evaporative, l’ubicazione delle prese di aria esterna e lo stato delle canalizzazioni.
- Perseguire il programma di manutenzione previsto.
Mezzi di disinfezione
Di seguito riportiamo i mezzi di disinfezione di natura fisica:
- SHOCK TERMICO: Elevare la temperatura dell’acqua a 70-80°C continuativamente per tre giorni e far scorrere l’acqua quotidianamente attraverso i rubinetti per un tempo di 30 minuti. È fondamentale verificare che, durante la procedura, la temperatura dell’acqua nei punti distali raggiunga o ecceda i 60°C; se questa temperatura non viene raggiunta e mantenuta la procedura non fornisce garanzie.
- TRATTAMENTO TERMICO: Impianti dell’acqua calda mantenuti a temperature di 60°C sono meno frequentemente colonizzati dal batterio della Legionella. L’aumento della temperatura dell’acqua calda è uno dei metodi correntemente adoperato per il controllo della legionella nell’impianto di distribuzione dell’acqua. Una temperatura superiore a 60°C inattiva la legionella in modo proporzionale al tempo di esposizione. Far scorrere l’acqua ad almeno 60° in tutte le uscite per almeno 30 minuti ogni giorno.
- LAMPADE A RAGGI ULTRAVIOLETTI: L’irradiazione con luce ultravioletta è un metodo alternativo interessante per la disinfezione dell’acqua potabile. La luce ultravioletta (254 nm) inattiva i batteri producendo dei dimeri di timina nel DNA che ne ostacolano la replicazione. L’applicazione della luce ultravioletta è una modalità di disinfezione che risulta essere maggiormente efficace in vicinanza del punto di impiego.
- FILTRAZIONE: Questa tecnica si basa sull’impiego di filtri da applicare ai punti d’uso (rubinetti, docce) che forniscono acqua esente da legionella. Devono essere puliti, disinfettati e sostituiti con periodicità, altrimenti costituiscono essi stessi un punto critico.
Di seguito riportiamo i mezzi di disinfezione di natura chimica:
- IPERCLORAZIONE SHOCK: Deve essere effettuata su acqua a temperatura inferiore a 30° (dopo aver atteso il raffreddamento del boiler), con una singola immissione di cloro in acqua fino ad ottenere concentrazioni di cloro residuo libero di 20-50 mg/L in tutto l’impianto, ivi compresi i punti distali. Dopo un periodo di contatto di 2h con 20 mg/L di cloro oppure di 1h con 50 mg/L di cloro, l’acqua viene drenata e nuova acqua viene fatta scorrere nell’impianto fino a che il livello di cloro ritorna alla concentrazione di 0,5-1 mg/L.
- IPERCLORAZIONE CONTINUA: Si ottiene con l’aggiunta continua di cloro che può essere introdotto, di norma, sotto forma di ipoclorito di calcio o ipoclorito di sodio. I livelli residui di cloro in questo caso possono variare a seconda della qualità dell’acqua, del flusso e della decontaminazione dai biofilm, comunque il disinfettante residuo deve essere compreso tra 1 e 3 mg/L.
- IONI METALLICI: Rame e argento interferiscono con i sistemi enzimatici della respirazione cellulare e si legano al DNA con un effetto sinergico. Sono aggiunti nell’acqua elettroliticamente o come ioni metallici in quantità pari a 100-400 µg/L per il rame e 10-40 µg/L per l’argento.
- BIOSSIDO DI CLORO: L’impiego del biossido di cloro è in corso di sperimentazione in alcuni Paesi, ma ancora non vi sono elementi sufficientemente convalidati per un suo impiego sicuro ed efficace. È un gas preparato in situ ed usato per la disinfezione dell’acqua potabile. Riduce notevolmente la crescita di biofilm nelle tubature.
- OZONO: Agisce rapidamente danneggiando il DNA batterico essendo un eccellente biocida. È più efficace del cloro ma non ha potere residuo. Ha un minimo effetto sul biofilm e produce dei sottoprodotti e può danneggiare (ad alte concentrazioni) le tubature.
Tratto in parte da Punto Sicuro.
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