L’allarme per l’emergenza COVID-19 resta elevato. Basti pensare che il mancato rispetto delle norme di sicurezza può determinare la sospensione dell’intera attività aziendale.
A tal proposito, lo scorso 6 aprile 2021, è stato sottoscritto il nuovo “Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro”.
Il documento, tuttora in attesa di essere recepito in un atto normativo, risulta comunque essere fondamentale in quanto va ad aggiornare e revisionare i contenuti del precedente protocollo, rendendone l’applicazione più chiara per le aziende considerato il nuovo scenario.
L’obiettivo del nuovo protocollo condiviso
Il nuovo protocollo condiviso ha l’obiettivo di “fornire indicazioni operative aggiornate, finalizzate a incrementare, negli ambienti di lavoro non sanitari, l’efficacia delle misure precauzionali di contenimento adottate per contrastare l’epidemia di COVID-19”.
Si conferma un passaggio molto importante: non esiste un “rischio COVID-19” da valutare nel Documento di Valutazione del Rischio (tranne che per i lavoratori esposti professionalmente al virus) in quanto il virus SARS-CoV-2 “rappresenta un rischio biologico generico, per il quale occorre adottare misure uguali per tutta la popolazione”.
È importante aggiornare il mio protocollo aziendale?
La risposta a questa domanda è sicuramente SI. Il DVR, nella sua versione aggiornata, dovrà difatti riportare il riferimento al protocollo aziendale ed alle sue misure.
Il mancato aggiornamento del protocollo aziendale potrebbe portare alla non applicazione di idonee misure preventive e protettive e favorire eventuali focolai interni. Tale scenario risulta essere particolarmente sconveniente viste le misure di contenimento che si dovrebbero adottare una volta accertato il focolaio (esempio: isolamento preventivo in caso di persona che sia entrata in contatto anche occasionale con un soggetto positivo ad una delle varianti).
Vale poi la pena ricordare che “la mancata attuazione del protocollo, che non assicuri adeguati livelli di protezione, determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza”.
Cosa deve fare l’azienda?
Il base al nuovo protocollo è possibile affermare che l’azienda deve:
- Garantire e incoraggiare forme di lavoro agile per le attività che lo consentono
- Incentivare ferie e permessi retribuiti al fine di limitare la presenza sul luogo di lavoro di un alto numero di dipendenti
- Incentivare operazioni di sanificazione sui luoghi di lavoro
- Assicurare il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro
- Assicurare che negli spazi condivisi vengano indossati i dispositivi di protezione delle vie aeree (“in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto, è comunque obbligatorio l’uso delle mascherine chirurgiche o di dispositivi di protezione individuale di livello superiore. Tale uso non è necessario nel caso di attività svolte in condizioni di isolamento”)
Lavoratori positivi: come comportarsi
Un’altra novità contenuta nel nuovo protocollo condiviso è relativa alla riammissione sul luogo di lavoro dopo il contagio: “i lavoratori positivi oltre il ventunesimo giorno saranno riammessi al lavoro solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico”.
Torneremo sicuramente a parlare dell’emergenza COVID-19 fornendo ulteriori informazioni e approfondimenti in materia.
Se hai la necessità di redigere o aggiornare il protocollo aziendale interno i tecnici di Vielle Acustica sono a tua disposizione. Per qualsiasi esigenza o richiesta di informazioni contattaci.
Puoi scaricare il testo integrale del protocollo condiviso qui.
Luca Colombo